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Le famiglie che hanno contratto un mutuo e che si trovano in una situazione di momentanea difficoltà, ad esempio per la perdita del posto o la semplice riduzione dell’orario di lavoro di uno o più dei suoi componenti, hanno la possibilità di chiedere alla propria banca la sospensione del pagamento delle rate grazie al Fondo di Solidarietà.
Ma in questo caso il mutuo deve essere stato contratto per l’acquisto dell’abitazione principale. Cosa accade, invece, a quelle famiglie che, avendo fatto un piccolo prestito con la propria banca o finanziaria per sostenere ad esempio delle spese impreviste, acquistare un’auto usata o sostituire la vecchia cucina di casa, oggi si trovano nella difficile situazione di non riuscire più a rimborsare con regolarità le rate ?
Di fronte ad una situazione di questo tipo si può provare ad inoltrare alla banca o finanziaria una proposta di chiusura a “saldo e stralcio” del contratto, spiegando che per sopravvenute difficoltà economiche che si prevede perdureranno nel tempo non si è più in grado di pagare con regolarità le rate che mancano.
Il “saldo e stralcio” è in pratica una transazione , cioè un contratto attraverso il quale le parti interessate risolvono amichevolmente la vertenza, facendosi delle reciproche concessioni in questo modo: – il privato o l’impresa si impegna per iscritto a pagare subito alla banca o alla società finanziaria una somma di denaro concordata, il cui importo è tuttavia inferiore rispetto al debito effettivo maturato nel tempo (saldo);
La banca o la società finanziaria è più disposta ad accettare la soluzione del “saldo e stralcio” nel caso in cui il privato o l’impresa si trovi nell’impossibilità di pagare nel lungo periodo il proprio debito e non risulti proprietario di beni immobili (case, terreni, capannoni ecc. …) o di entrate immediate e certe (stipendi o pensioni) sui quali potersi rivalere attraverso un pignoramento. La banca o la società finanziaria preferisce infatti avere subito il rientro di una parte del debito, anziché intraprendere una più lunga e incerta procedura giudiziale di recupero del credito, con il rischio di non riavere indietro né l’intero capitale concesso a titolo di finanziamento né le spese e gli interessi. In questi casi, il privato o l’impresa è dunque nelle condizioni di poter proporre uno sconto che, di regola, può aggirarsi attorno al 40% della somma complessiva a debito. Uno dei problemi principali della procedura “saldo e stralcio” è però rappresentato dal fatto che la banca o la società finanziaria pretende, in genere, l’immediato pagamento della somma in un’unica soluzione, a meno che non si raggiunga un accordo per la liquidazione in qualche tranche.
a banca o la società finanziaria è più disposta ad accettare la soluzione del “saldo e stralcio” nel caso in cui il privato o l’impresa si trovi nell’impossibilità di pagare nel lungo periodo il proprio debito e non risulti proprietario di beni immobili (case, terreni, capannoni ecc. …) o di entrate immediate e certe (stipendi o pensioni) sui quali potersi rivalere attraverso un pignoramento. La banca o la società finanziaria preferisce infatti avere subito il rientro di una parte del debito, anziché intraprendere una più lunga e incerta procedura giudiziale di recupero del credito, con il rischio di non riavere indietro né l’intero capitale concesso a titolo di finanziamento né le spese e gli interessi. In questi casi, il privato o l’impresa è dunque nelle condizioni di poter proporre uno sconto che, di regola, può aggirarsi attorno al 40% della somma complessiva a debito. Uno dei problemi principali della procedura “saldo e stralcio” è però rappresentato dal fatto che la banca o la società finanziaria pretende, in genere, l’immediato pagamento della somma in un’unica soluzione, a meno che non si raggiunga un accordo per la liquidazione in qualche tranche.

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