Coinvolti tre istituti tra cui Unicredit di cui Canosani era presidente
Rischia il rinvio a giudizio con Mussari (Mps) e l’ex ministro Savona

di Andrea Alberizia by Ravenna e Dintorni.it

 

I tassi di interesse passivi, secondo gli inquirenti, erano più elevati di quanto fissato dalla legge: in termini giudiziari significa l’ipotesi di usura bancaria e tra le sedici persone sotto inchiesta a Salerno con questa accusa c’è anche Aristide Canosani, sindaco di Ravenna negli anni Settanta e Ottanta. L’iscrizione nel registro degli indagati per il 79enne ravennate è arrivata per l’incarico di presidente Unicredit, una delle tre banche coinvolte: a maggio sono stati notificati gli avvisi di conclusione delle indagini, atto formale che abitualmente precede la richiesta di rinvio a giudizio. Agli indagati vengono contestate anche due circostanze aggravanti: aver commesso il fatto nell’esercizio di un’attività professionale bancaria e aver danneggiato, con tale condotta, lo svolgimento di un’attività imprenditoriale. Canosani non è più presidente di Unicredit ma siede ancora nei consigli di amministrazione di Coop Adriatica e Igd. È stato sindaco della città di Ravenna, sostenuto da una coalizione Pci-Psi, dal 1969 al 1976 e dal 1977 al 1980 (nel mezzo il mandato di Vincenzo Randi).

 

Oltre a Unicredit figurano anche Mps e Bnl e infatti tra gli indagati ci sono l’ex presidente di Confindusria Luigi Abete (nella qualità di presidente nazionale della Bnl) e l’ex presidente del Monte dei Paschi di Siena, Giuseppe Mussari. Con loro Antonio Vigni, direttore generale Mps; Francesco Fanti, responsabile dell’area territoriale Sud Ovest; Pier Lorenzo Vivarelli e Gianvito Filippo, in qualità di direttori della filiale di Salerno; Mario Cipollone, come direttore mercato Retail e Private della Bnl; Alessandro Madia, direttore della divisione Retail e Private; Nicola D’Agostino quale direttore della filiale di Salerno della Bnl; per Unicredit anche Paolo Savona (già ministro nel Governo Ciampi); Alessandro Cataldo, responsabile dell’area Pianificazione e gestione commerciale; Raimondo Paone, nella veste di responsabile della direzione territoriale di Salerno; Felice Delle Femine, direttore regionale Sud; Donato Costantino Riccardi, direttore commerciale per la direzione campana; Alessandro Sigona, quale direttore dell’Agenzia di Salerno.

Il reato sarebbe stato commesso su tre conti correnti bancari intestati alla stessa ditta, negli anni che vanno dal 2002 al 2010, ma il magistrato – secondo quanto si legge dalle pagine del quotidiano online La città di Salerno – parla di «condotta perdurante fino all’attualità», perché gli istituti di credito non avrebbero cambiato le loro pratiche. Secondo il sostituto procuratore Francesco Rotondo in tre filiali delle banche a Salerno sarebbero stati applicati tassi effettivi globali al di sopra della soglia di usura fissata dalle legge. A denunciare sono stati i rappresentanti della Karma srl, società di costruzioni che sul proprio conto corrente avrebbe visto applicare interessi passivi trimestrali fino al 17 percento.

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