“Decima rubrica tenuta dal Dott.Dario Vairo e Avv.Eufrasia Cannolicchio .

Osservatorio Cittadino zona di copertura AgroAversano (CE).

“Il Danarò solo un pagherò !! “

La Banca d’Inghilterra ha pubblicato un denso documento sulla creazione di moneta che ammette l’inadeguatezza delle teorie tradizionali sui prestiti bancari (cioè l’idea che i prestiti delle banche siano in sostanza i soldi depositati dai correntisti). La cosa funziona diversamente:

–  Non sono le banche a ricevere la moneta dai depositi delle famiglie ed a impiegarli per i prestiti, è il contrario. Sono i prestiti che creano la moneta.

Quel che dice la Banca d’Inghilterra è che “quando una banca fa un prestito in quel momento crea nuovo denaro”, non lo attinge da qualche altro conto o deposito,ma quello stesso prestito con gli interessi che produce ,genera nuovo denaro.

Il prestito non cambia nulla nella base monetaria presso la Banca Centrale ma espande la moneta sia presso la banca (“deposito”) sia presso i consumatori (che la spendono). Dunque sia il bilancio della banca sia quello dei consumatori aumenta in seguito al prestito.

Detto in modo semplice, la moneta è “creata”.

Le banche,quando,pre-finanziano grandi impegni di prestito (cioè programmano una linea di finanziamenti, ad es. i 4,5 Mld annunciati da Unicredito per i mutui in Italia) in effetti non bilanciano i prestiti medesimi  con le provviste dei  consumatori, l’ufficio Asset/Liability (ALM) dell’interbancario,infatti, garantisce con la liquidità che proviene dai depositi che i prelievi siano coperti, non che i prestiti (cioè i nuovi depositi) lo siano. Qualora manchi liquidità, onde prevenire una crisi di panico, se i prelievi dovessero essere massivi, la ALM si approvvigiona dai mercati o presso la Banca Centrale. Dunque i prestiti sono il mezzo attraverso il quale la moneta si espande nel sistema sociale ed economico. La Banca di Inghilterra crea una nuova dizione per definire questo genere di moneta: “moneta in senso ampio”. Questa si crea con il prestito e si distrugge con la restituzione. Dunque se aumentano i prestiti aumenta la moneta in circolazione e se diminuiscono (ad esempio a seguito di un “credit crunch”ovvero calo significativo dell’offerta del credito) effettivamente diminuisce la moneta in circolazione.

“credit crunch vuol dire “stretta creditizia”, e può emergere dagli spontanei andamenti dell’economia o essere provocata dalle autorità monetarie. Si ha il primo caso quando le banche sono preoccupate della solvibilità di coloro a cui prestano i soldi e quindi tirano i remi in barca, concedendo prestiti a condizioni più rigide: aumentando i tassi o chiedendo più garanzie. Si ha la stretta pilotata dalle Banche centrali quando sono queste che inducono le banche a fare meno prestiti, e questo pesante invito può assumere varie forme: rialzo dei tassi di interesse, o aumento della riserva obbligatoria  Nel 2007-2008 si è parlato molto di credit crunch, ma si trattava di una stretta del primo tipo: le banche stesse hanno irrigidito gli standard di prestito perché erano preoccupate del loro capitale, che veniva eroso dalle minusvalenze dovute alla crisi dei mutui.

La ragione per la quale le banche prestano denaro, non sono le loro riserve, ma “la disponibilità di opportunità vantaggiose di prestiti in un certo momento”. Cioè le banche prestano solo quando il profilo di rischio/opportunità è favorevole. Nessuna riserva può convincerle a prestare altrimenti, e nessuna carenza di questa può dissuaderle se è vantaggioso.

Non è dunque la Banca Centrale a “stampare moneta”, ma le banche private quando erogano prestiti. Quel che fanno le banche centrali è cercare di influenzarne il prezzo (cioè i tassi).

Immaginate cosa potrebbe succedere se i titolari dei mutui si rendessero conto che il denaro che la banca ha prestato loro non proviene in realtà dai risparmi di una vita di qualche pensionato parsimonioso, ma sia invece un qualcosa creato dal nulla da una bacchetta magica in possesso delle banche, consegnata dagli stessi c onsumatori.

Se questo è ciò che sta accadendo, potremmo trovarci presto nella posizione di scoprire se Henry Ford aveva ragione.

Già nel 1930, Henry Ford avendo capito il funzionamento del sistema bancario ,era sereno nel sapere che la maggior parte degli americani non sapessero come effettivamente funzionasse davvero tutto  il sistema bancario,a tutela dei medesimi americani che  diversamente avrebbero iniziato una “rivoluzione immediata” .

 

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