Essere stati cattivi pagatori in passato e non poter accedere, oggi, a un finanziamento per l’acquisto di una casa oppure di un’automobile. Per lo stesso motivo si possono avere problemi quando chiediamo a una banca di aprire un conto corrente. Oppure trovarsi spiacevolmente tacciati, a torto o a ragione, di poca affidabilità nella corresponsione di una rata o nell’emissione di un assegno e voler chiarire una volta per tutte la propria posizione.

Difetti – e qualche volta virtù – delle nuove tecnologie.

Quando infatti si chiede e si ottiene un prestito o una carta di credito, le informazioni sul nostro conto confluiscono nei cosiddetti Sic, sigla che sta per Sistemi di informazioni creditizie, vale a dire vere e proprie banche dati online incaricate di raccogliere e gestire tutta una serie di informazioni sensibili relative ai rapporti di credito fra banche, società finanziarie e i propri clienti. Una specie di termometro dell’affidabilità di un determinato cliente nei confronti dell’impegno di pagamento che si è assunto di fronte a un venditore o a un istituto di credito.

Come il web giudica le nostre tasche

Il ruolo dei Sic, e in genere delle centrali rischi private che servono banche e finanziarie, è importante. Forniscono garanzia di solvibilità.

In questi database vengono annotati i pagamenti ritardati o mancati, l’emissione di assegni scoperti, ma anche prestiti già estinti e addirittura finanziamenti richiesti ma non concessi o oggetto di rinuncia da parte del richiedente. In breve, la propria storia creditizia, dalla A alla Z.

Può però accadere che un cittadino si trovi iscritto in una di queste banche dati senza saperlo. E lo venga a scoprire solamente quando, chiesto un prestito, ci si trova di fronte al “no” dell’istituto a cui ci si è rivolti.

L’intervento del Garante

Finora, le modalità di gestione di queste centrali rischi non permettono di distinguere i fatti che non incidono sull’effettiva affidabilità e solvibilità della clientela, da situazioni invece davvero critiche dovute a gravi inadempienze.

Il Garante della privacy ha così chiesto che le segnalazioni dei nominativi a queste banche dati vengano inoltrate solamente in caso di mancato pagamento di somme consistenti, oppure, per quanto riguarda importi bassi, dopo il mancato saldo di più rate o, ancora, in caso di ritardi prolungati.

Inoltre, il Garante ha chiesto a banche e finanziarie di dare un preavviso agli interessati affinché possano eventualmente intervenire regolarizzando la propria posizione.

Per quanto riguarda invece i tempi di permanenza sui database delle segnalazioni, il Garante ha proposto che esse vengano cancellate entro un anno dalla loro regolarizzazione, mentre ha considerato illegittime le segnalazioni riguardanti finanziamenti non concessi, dato che il rapporto di finanziamento non si è neppure instaurato.

 Come tutelarsi: basta una raccomandata per essere cancellati?

In base al Codice della privacy possiamo conoscere dalle banche o dalle società finanziarie la presenza di nostri dati personali o di informazioni sensibili che comunque ci riguardano.

Basta inviare agli istituti una semplice istanza di accesso ai dati personali come appunto prevede l’articolo 7 del già citato Codice della privacy. Nella domanda si dovrà chiedere la conferma dell’esistenza di dati riguardanti la nostra persona, oppure l’origine di questi dati (cioè chi li ha comunicati alla banca e per quale motivo) o, ancora, a chi la banca ha eventualmente comunicato tali informazioni.

Ovviamente è possibile – e anche consigliabile – chiederne la cancellazione nel caso si sia già saldato il debito.

Una volta inoltrata la richiesta (più in basso vi forniamo un facsimile di lettera di richiesta, ma informazioni più specifiche potete trovarle anche sul nostro sito), vi risponderanno al massimo entro 15 giorni.

Se scaduto tale termine non avete ancora ricevuto alcuna comunicazione, potete rivolgervi all’autorità giudiziaria o presentare ricorso direttamente al Garante.

Un discorso parzialmente differente riguarda invece la centrale rischi istituita dalla Banca d’Italia. Essendo un ente pubblico non economico per il trattamento dei dati, può prescindere dalla richiesta di consenso da parte degli interessati (che deve invece essere inoltrata dalle centrali rischi private).

La segnalazione parte se il cliente di una banca o di una finanziaria ha rilasciato garanzie personali superiori ai 77.469 euro (dato aggiornato al 2011).

Se però il cliente è in sofferenza, la segnalazione partirà in automatico, indipendentemente cioè dall’entità del debito.

Il passato a volte ritorna… sbagliato

Può succedere di trovarsi in difficoltà con una rata di un mutuo, o di emettere un assegno scoperto. E per questo essere inseriti nella centrale rischi di una qualche società pubblica o privata.

Ma può anche succedere di entrare nella “lista dei cattivi” per un semplice errore. O perché si è mancata una rata in un passato ormai dai contorni biblici, o perché si è stati vittima inconsapevole di un furto d’identità o di frode creditizia o, addirittura, perché siè vittima di un caso di omonimia, tanto spiacevolequanto clamoroso.

In questi casi, della segnalazione alla centrale rischi se ne viene a conoscenza nel momento forse meno opportuno, quando cioè si sta sottoscrivendo un contratto per l’acquisto di un bene (una casa, un’automobile, ma anche un frigorifero o un forno a rate), oppure quando si è in banca a richiedere l’apertura di un nuovo conto corrente o il rilascio di una carta di credito.

Tutte situazioni imbarazzanti, non c’è che dire. Ma da cui se ne può uscire con qualche semplice passaggio. E senza spendere neanche un euro.

È assai facile inviare una semplice lettera (chi per posta raccomandata con ricevuta di ritorno, chi per fax e chi addirittura semplicemente attraverso un format online messo a disposizione dal Sic): in meno di quindici giorni abbiamo ricevuto una risposta. Addirittura è possibile scegliere il formato della risposta (fax, email, posta ordinaria o posta elettronica certificata). Costo totale? Zero, a parte l’invio del fax e/o il francobollo (dove richiesto).

Per cui non è necessario affidarsi alle società private di intermediazione che offrono questo servizio, a volte anche a prezzi rilevanti.

I dati non vengono formalmente cancellati

La manovra finanziaria, approvata il 14 settembre 2001, ha fatto marcia indietro, correggendo le novità introdotte nel mese di luglio per i cosiddetti “cattivi pagatori”: i ritardi nei pagamenti delle rate che vengono poi pagate non sono più cancellati dalla Centrale rischi, ma ci sarà l’indicazione dell’avvenuto pagamento.

Il decreto sviluppo del luglio 2011 [1] aveva individuato termini stretti per la cancellazione dei nominativi dalle Centrali rischi nel caso in cui i pagamenti di prestiti e mutui venissero regolarizzati.

Dal 17 settembre 2011 sono entrate in vigore le nuove norme, che di fatto hanno cancellato le novità introdotte a luglio. In particolare, non si prevede più una cancellazione dei ritardi regolarizzati, ma solamente un’integrazione del nominativo segnalato, con l’indicazione dell’avvenuto pagamento

Cosa scrivere alla centrale rischi

 Avete chiesto un finanziamento oppure una carta di credito, ma non vi vengono concessi perché siete ritenuti cattivi pagatori? Avete diritto di conoscere se il vostro nominativo è presente in qualche banca dati privata o nella Centrale dei rischi della Banca d’Italia.

Mittente:

Spettabile (nome e indirizzo dell’ente che detiene la centrale rischi)

Oggetto: richiesta di accesso ai dati personali presenti nella vostra banca dati

 Il sottoscritto… nato a… il…, residente in …, C.F…., telefono…, email:…, richiede a… (nome dell’ente cui ci si rivolge per l’accesso ai dati) l’accesso ai dati personali presenti nella sua banca dati di rischio finanziario.

Allega: copia di un documento di identità e copia del tesserino del codice fiscale

Luogo e data Firma

Protesti e cancellazioni online

 Il ministero delle Attività produttive ha affidato alle Camere di commercio l’attuazione del Registro informatico dei protesti allo scopo di monitorare i protesti cambiari garantendo maggior completezza, organicità e tempestività delle informazioni. I dati sono conservati per cinque anni.

I cittadini possono accedere al Registro attraverso i terminali delle camere di commercio oppure via web. Una visura costa 2 euro, un certificato 5. Per una cancellazione dovete invece spendere 8 euro.

La richiesta di cancellazione dal Registro informatico dei protesti deve essere inoltrata al presidente della Camera di commercio.

In caso di protesti riguardanti assegni bancariassegni postali o cambiali, prima di presentare domanda di cancellazione è necessario ottenere la riabilitazione dal Tribunale di competenza.

Come chiedere una liberatoria

Sono andato in concessionaria per acquistare un’auto e ho sottoscritto un finanziamento di 7.500 euro. Tuttavia, il giorno seguente il rivenditore mi ha informato che la finanziaria aveva negato il prestito perché nella banca dati del Crif comparivano due preventivi di richieste da me fatte su internet solo a scopo informativo. La finanziaria mi ha chiesto le liberatorie. Come posso chiederle al Crif?

Le richieste di prestito restano nei sistemi informativi sul credito solo per sei mesi, dopo di che sono cancellate automaticamente. Si può chiedere l’accesso ai propri dati direttamente alla Centrale rischi di Crif utilizzando il facsimile di lettera pubblicato più sopra.

L’accesso è gratuito. Sono richiesti 10 euro solo se il riscontro dà esito negativo, vale a dire non si trova nessuna segnalazione a carico del richiedente.

BANCHE DATI: DOVE CONTROLLARE LA PROPRIA POSIZIONE

In Italia esistono diverse società, sia pubbliche che private, proprietarie di banche dati (cioè i Sistemi di informazioni creditizie) che si occupano di raccogliere e gestire le informazioni relative alle richieste e ai rapporti di credito.

I siti di queste società generalmente ospitano pagine dedicate ai consumatori che desiderano verificare la propria posizione creditizia. A tal fine è di norma pubblicato un modulo per le richieste.

Inoltre è possibile scegliere il formato di invio e di ricezione delle informazioni.

Ecco l’elenco delle società e dei link al modulo

Ctc

Link: www.ctconline.it, sezione “diritto di accesso”

Formato invio: fax, posta

Formato risposta: posta, fax

Costo euro: 0

Assistenza: no

 Crif

Link: www.crif.it, sezione “consumatori”

Formato invio: fax, posta, email

Formato risposta: email, posta

Costo euro: 0

Assistenza: solo email

Experian

Link: www.experian.it, sezione “servizio tutela consumatori”

Formato invio: fax, posta, telefono

Formato risposta: non specificato

Costo euro: 0

Assistenza: telefono 199.183.538

Banca d’Italia

Link:  www.bancaditalia.it, sezione “servizi al pubblico”

Formato invio: fax, posta, pec

Formato risposta: posta, cd, pec

Costo euro: 0

Assistenza: no

Qm

Link:  www.tuttovisure.it, sezione “centrale rischi”

Formato invio: form online, email, posta, fax

Formato risposta: email, posta

Costo euro: 45

Assistenza: telefono 199.240.460

Comas

Link:  www.infocomas.it, sezione “visura centrale rischi”

Formato invio: form online, email, fax posta, formato risposta:

Costo euro: 59,4

Assistenza: telefono 800.126.932

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